L’idrogeno è tra le principali misure volute da Bruxelles per alimentare la ripartenza. Il dato emerge in modo chiaro guardando ai fondi recentemente stanziati: 2 miliardi di euro destinati allo sviluppo su scala nazionale di questa fonte di energia.

Negli scorsi mesi l’Unione Europea ha varato il programma Next Generation EU, volto ad integrare il Quadro finanziario pluriennale del settenato 2021-2027 con delle misure atte a far fronte alle conseguenze economico-sociali della pandemia in corso. Prima di diventare realtà in Italia, il programma europeo aveva bisogno di uno step intermedio, raggiunto grazie all’approvazione in Consiglio dei Ministri del PNRR. Lo scorso 12 gennaio il Consiglio ha infatti dato il via libera al testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dando così un volto preciso alle misure della ripartenza italiana anche sotto il profilo energetico.

L’idrogeno rientra in modo chiaro fra queste, figurando all’interno della prima voce di spesa individuata nel Piano: la cosiddetta Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, alla quale verranno destinati ben 68,9 miliardi di euro. Quest’importante cifra è una conseguenza diretta degli accordi con l’Europa, che ha scelto di puntare in maniera decisa sul Green New Deal. Le ragioni alla base di tale scelta vanno ricercate nella necessità di ridurre al più presto le emissioni climalteranti, al fine di evitare ulteriori catastrofi ambientali il cui costo inciderebbe enormemente sulla collettività.

L’idrogeno verde viene appunto individuato come strategico. La precisazione è doverosa: nel PNRR si parla di “idrogeno” e, laddove specificato, di “idrogeno verde”: tale denominazione fa riferimento all’idrogeno ottenuto da fonti energetiche rinnovabili e, pertanto, interamente carbon neutral. Questo ha suscitato diverse critiche tra coloro che ritengono fondamentale, nel breve periodo, considerare anche l’utilizzo di idrogeno blu (ricavato da fonti non-rinnovabili, associando tecnologie di cattura della CO2) essendo quello verde ancora molto costoso e lontano dall'avere un mercato industriale.

Tornando alle cifre: i due miliardi di euro stanziati verranno impiegati per sostenere investimenti nella filiera (produzione, distribuzione e usi finali), in linea con le strategie europee e nazionali. Tra i progetti citati compaiono anche la creazione di 5 / 10 Hydrogen Valley e di un polo industriale per la produzione di elettrolizzatori. L’idrogeno rappresenterà inoltre l’occasione per tornare a produrre presso aree industriali oggi dismesse, senza contare l’impatto green del suo utilizzo come mezzo di combustione per i trasporti pesanti su ruota e per le ferrovie, per non parlare del suo impiego in alternativa al gas nell’industria siderurgica primaria.

Recependo e facendo proprie su scala nazionale le misure del Green New Deal europeo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza punta quindi a migliorare l’efficienza energetica italiana e a scegliere con cura le materie prime delle filiere produttive. Partendo da queste importanti novità, il team di esperti Fedabo è a disposizione per studiare insieme al cliente la migliore strategia, settore per settore; la riconversione ecologica può e deve essere vista come un passo importante verso una maggiore tutela dell’ambiente e una nuova forma di competitività energetica!

L'ENERGIA GESTITA BENE

Fedabo SpA è una Energy Service Company (ESCo) che opera nel settore energetico da 20 anni.

La sua missione è garantire competenze specialistiche per ottimizzare costi e consumi energetici.

CERTIFICAZIONI

Società con sistema di gestione certificato
  • UNI CEI 11352:2014
  • UNI EN ISO 9001:2015
  • UNI EN ISO 14001:2015
  • UNI ISO 45001:2018

Fedabo S.p.a.

Via Prade, 24 - 25047
Darfo Boario Terme (BS)
T +39 0364 53 80 00
F +39 0364 53 80 68
E fedabo@fedabo.com
P.Iva e C.F. 02088660986
REA BS 415005
Capitale Sociale i.v. € 200.000,00 i.v.